Nizzoli
riportiamo l’intervento (integrale!) di Umberto Nizzoli pubblicato nell’edizione del 24/07/07 del giornale “Il Carlino”
***
Oggi giorno c’è sempre più la voglia di risolvere le questioni complesse con delle soluzioni lapidarie, possibilmente definitive; un po’ ciò è dovuto dal crescere della complessità e della fatica che si deve fare per muoversi all’interno. Allora l’idea di risolvere il tutto col machete viene, è comprensibile, ma è sbagliato.
Ma partiamo dal fondo della dichiarazione del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, laddove si raccomanda di informarsi attentamente e di non accettare “facili diagnosi psichiatriche”. Viene da dire, evviva! Infatti il modo suggerito va esattamente nel senso della visione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, quando chiama a rompere le cosiddette a-simmetrie cognitive (nell’incontro fra il medico ed il paziente c’è uno che sa, il medico, e l’altro che si adegua, il paziente) per puntare ad un mondo in cui il cittadino è pienamente informato e sa fare le sue scelte sulla base delle sue preferenze in piena consapevolezza discutendone alla pari col suo medico.
Non ti fare trarre in inganno! Ma chi segue i dibattiti che si fanno tramite web ha invece l’impressione di assistere ad una grande confusione portata avanti con una consistente virulenza. Chissà quali notizie circolano adesso che mi stai leggendo!
La sensazione di rincorrere questioni che sfuggono, volano via, è forte. Molto, se non tutto, appare vano. Sì, perché i discorsi si rincorrono ripartendo sempre da zero, come se nessuno o nulla avesse mai costruito qualcosa di serio e di basato su solide conoscenze e nulla fosse rimasto. E’ così da parte dei politici tesi ogni volta a fare credere di avere trovato, finalmente verrebbe da dirsi!, la soluzione al problema dei consumi di sostanze. E’ così per i media che continuano imperterriti a cercare lo scoop: adesso si occupano di un deputato che frequenta ambienti in cui festini sessuali si coniugano con la cocaina. Ma è così anche tra i professionisti, così travolti dall’urgenza da non riuscire ad avere “basi sufficientemente sicure”, si direbbe alla Winnicot.
Ogni giorno il sistema anti-spam della mia azienda, l’AUSL di Reggio Emilia, mi evita di leggere un centinaio di pagine web che propongono l’acquisto di medicine: mille grazie, mi fa guadagnare tempo.
Però la questione è che la mancanza di regole sulla vendita di prodotti farmaceutici online sta mettendo la gente a rischio. C’è chi si è preoccupato di fare una ricerca su oltre 3.000, sì, dico tremila, siti web che vendono medicine e ha scoperto che ce n’è di improbabili, di superate e di falsificate: più della metà non salvaguarda in alcun modo il cliente. Bisognerebbe trovare un modo, introdurre un marchio (?), per aiutare i consumatori ad identificare i siti sicuri. Si badi che i siti seri, che pure esistono e che non vanno condannati sono pochissimi, i ricercatori ne hanno trovati meno di una decina! Tanti altri, migliaia, vendono farmaci a prezzi così bassi che fa pensare a falsi.
La terra trema e gli espwerti sostengono che e scosse si protarranno a lungo.
Come far fronte alla paura dilagante?
leggi l’intervista del Prof. Umberto Nizzoli, sul quotidiano Il Resto del carlino del Carlino, di domenica 3 giugno: