Il cambiamento climatico non è più una minaccia che incombe sulle nostre vite; non più un tema su cui discutono gli scienziati. E’ una realtà che sta colpendo le persone. Almeno così viene vissuta.

Vi sono effetti economici ed altri emotivi che si diffondono.

L’altro giorno al supermercato due persone quasi vengono alle mani per l’acquisto dell’ultimo refrigeratore di cui il magazzino ancora disponeva. La siccità prolungata brucia i parchi ed i campi. Nulla di più facile di un (forte) aumento dei prezzi dei generi alimentari.

Il fenomeno non riguarda solo noi. Le trasmissioni dedicate alla meteorologia ormai si sprecano: si guardano le previsioni da più fonti, in TV e sugli smartphone. Così si vedono danni epocali da una parte e dall’altra del mondo. Ciò impressiona molto. Lungo le coste accadono tempeste tropicali che da noi non si ritenevano possibili. Si vedono immagini di paesi sbriciolati, di alluvioni enormi. Piccoli e tranquilli paesini vengono quasi cancellati dalla cartina geografica.

I danni all’economia ed al turismo sono difficili da calcolare. Certe volte succedono fatti curiosi come quel che è accaduto nella piccola città artica di Arviat, in Canada: la riduzione dei ghiacci ha portato nelle vie della cittadina un’invasione di orsi polari costretti a cercare anche loro, nuovi habitat.

La maggioranza degli scienziati concorda sul fatto che l’atmosfera continua a riscaldarsi e che le condizioni meteorologiche estreme accadranno sempre più spesso e diventeranno più intense del conosciuto. Già sperare di contenere l’aumento ad un grado Celsius sembra un obiettivo meraviglioso il meglio che sappiano prefiggersi i governanti, ma un grado in più in media di tutti i giorni dell’anno descrive un mondo diverso da quello conosciuto anche solo due decenni fa. Contenibile o meno che sia, causato dal comportamento umano oppure dovuto alla ciclicità della vita della Terra, comunque sono i cittadini del pianeta a pagare il prezzo di questo cambiamento. L’aggressione all’equilibrio biologico e, soprattutto, psichico è molto forte. Si spera che sia di aiuto il lavoro che sta iniziando l’International Transformational Resilience Coalition (ITRC), un gruppo di professionisti della salute mentale messo assieme per sviluppare programmi di aiuto alle persone ed alle comunità per prepararsi a gestire gli aspetti psicosociali inevitabili provocati dalla minaccia del clima. Ci sono infatti degli impatti negativi dovuti alle perturbazioni del clima sul benessere delle persone. Il gruppo internazionale sta studiando la trasformazione dovuta al cambiamento climatico. Si tratta di sviluppare la resilienza al cambio climatico. Ma questo è un punto cruciale perché diversamente da altre esperienze non meno drammatiche che possono capitare nella vita, qui non possiamo attenderci di dare alle persone la forza per rimbalzare, si fa per dire, alle condizioni pre-crisi. Ciò non succederà mai più. Dobbiamo aiutare le persone a adottare nuovi modi di vedere il mondo, nuovi modi di progettare e pensare i loro mezzi di sussistenza, nuovi modi di vedere se stessi.

Già nel 2008 una task- force dell’APA aveva studiato l’interfaccia tra psicologia e cambiamenti climatici. Una pubblicazione del 2009 aveva illustrato i modi in cui la psicologia può aiutare le persone a ridurre il consumo di energia e ad adottare comportamenti più rispettosi dell’ambiente.

Anche però se questi sono obiettivi utili, è chiaro che il cambiamento climatico è una cosa più profonda e globale che intacca il benessere dei cittadini. Manteniamoci fiduciosi ma a detta di molti stiamo prendendo a cuore il tema un po’ troppo tardi. Vedremo.

I cambiamenti climatici possono incidere sulla salute emotiva e psicologica in una varietà di modi.
Il più ovvio è il costo emotivo dovuto agli improvvisi disastri legati al clima, come uragani, alluvioni o incendi.
Ma la gente sta cominciando a sperimentare l’impatto psicologico delle catastrofi: ansia e depressione , disturbo post-traumatico da stress, sentimenti di paura ed addirittura di disperazione.

Le crisi acute ed improvvise non saranno gli unici effetti di un mondo in riscaldamento. C’è tutta una serie di sintomi striscianti, lo stress cronico.

Susan Clayton, la psicologa a capo del programma di studi ambientali spiega che il cambiamento climatico è un fattore di stress unico. I posti che le persone vivono e amano stanno cambiando: c’è da esserne disorientati. “E ‘difficile dire esattamente come questo influenzerà la gente, ma questa è la ragione per cui il cambiamento climatico è veramente diverso da un sacco di altre fonti di stress.”

Per avere le idee più chiare basta leggere la ricerca condotta da Wilcox in Canada tra gli Inuit. Le temperature più calde degli ultimi anni hanno interrotto le attività di pesca e di caccia tradizionali nella comunità. Col clima cambia anche il tradizionale modo di vita e le persone evidenziano un aumento di stress, di problemi di salute mentale e di abuso di sostanze. Il cambiamento climatico può minacciare le nostre attività quotidiane, i nostri modi di vita, il modo in cui ci divertiamo e il tipo di lavoro che abbiamo.

Il cambiamento climatico ha un altro elemento distintivo; non è come una tempesta che viene e poi finisce.
Non è come nella poesia di Leopardi, passata è la tempesta, odo augelli far festa. Non c’è nessun momento finale conosciuto,l’attesa è senza limiti; il cambiamento continuerà per il prossimo futuro.

(continua)