formare i caregiver per trattare il consumo di droga
contributo alla Giornata contro le droghe: valorizzare formare e misrare l'efficacia dei caregiver facendosi carico dei loro problemi
Forse sarò un po’ lungo, ma vorrei condividere la Vision cui orientare i servizi per le dipendenze. Insomma vorrei vedere le cose al positivo e al futuro.
Prendiamo le cose alla larga.
Pur di fronte all’esigenza di allargare i valori del libero mercato, non si può intendere accettabile l’opportunità che il mercato si allarghi fino ad includere tutti i servizi per le dipendenze. Questa evenienza non è né auspicabile né materialmente possibile.
Non è possibile perché buona parte delle persone che attualmente si rivolgono ai servizi godono di pochi strumenti economici o assicurativi, ad esclusione di quelli provvisti dagli apparati dello stato; sicché costoro non rappresentano un target di mercato ambito, né costoro possiedono somme per pagarsi le cure desiderate. Certamente fra le persone che sono affette da un disturbo da uso di sostanze molte avrebbero i mezzi per pagarsi le cure ed anzi già oggi molti lo fanno; sono invece coloro che stazionano abbastanza stabilmente nei pressi di un Sert ad avere grandi problemi economici: costoro difficilmente rappresenterebbero un mercato appetibile se non fosse sussidiato dal pubblico.
Non è auspicabile perché le dipendenze rappresentano un fenomeno che condensa le contraddizioni sociali che qui richiamo brevemente per titoli: giovani- adulti; individuo – collettività, autoctoni – immigrati; sanità – giustizia. Insomma appaltare ad imprese private la totalità dei servizi per le dipendenze significherebbe escludere lo stato dalla gestione dei temi sociali suddetti.
Più bassa la soglia di incontro: cruciale il passaggio dalle medie alle superiori
L’intervento di Nizzoli al convegno sulle dipendenze: chi ha un fratello che consuma ha un rischio maggiore degli altri coetanei.
Scarica qui l’Intervista Nizzoli Giornale di Reggio 29.08.09
Nel pur giovane settore delle dipendenze patologiche si sono depositate generazioni di terapeuti che si ispirano ad approcci tra loro molto differenti. C’è una piccola storia e con essa una sequenza di metodi e di modelli clinici; la parte di professionisti che si avvicinò alle dipendenze nella decade che va dalla fine dei ’70 fino all’ultima parte degli ’80 deve molto a Claude Olievenstein. La lettura e la citazione di suoi lavori era molto frequente.
Per me poi fu qualcosa ancora di più. Per capire perché devo fare un po’ di autobiografia.
In Italia i servizi per le tossicodipendenze erano sorti in maniera non programmata durante gli anni ’70. E’ normale, almeno in Italia, che vi sia una fase in cui le risposte si susseguono spontaneamente sulla base di iniziative personali o locali prima che lo Stato dia indicazioni normative. A volte la fase può prolungarsi a lungo: nulla a volte è più stabile di ciò che è provvisorio.
Large M. Sharma S., Compton MT., Slade T., Nielssen O., Cannabis Use and Earlier Onset of Psychosis. A Systematic Meta-analysis, Arch Gen Psychiatry. Published online February 7, 2011
Legame tra cannabis e disturbo mentale – di Umberto Nizzoli
Uno studio recentissimo ha fornito la prima prova non confutabile che l’uso di cannabis accelera in modo statisticamente significativo l’insorgenza di malattie psicotiche durante gli anni critici dello sviluppo del cervello con possibili conseguenze per tutta la vita.