
Per i tipi di Mucchi editore è uscito (maggio 2014) il volume di Nazario Melchionda “Food Addiction. La Centralità della Dipendenza dal Cibo nello Sviluppo dei Disturbi Alimentari & delle Obesità. Alla ricerca dell’Omeostasi della Ricompensa Edonica & Metabolico-Energetica. Nel Grande Circo Equestre per la Sopravvivenza del Homo Addictus. Sul “fil rouge” del sentiero della Dopamina per le prospettive di Prevenzione e di Cura”. Un titolo vasto già da sé un impulso al pensare al core del tema: la relazione, stretta, fra cibo e dipendenza.
Nazario Melchionda, con la collaborazione di Daniele Di Pauli, Aldo Genovese, Giovanni Gravina, Gianluigi Luxardi, Emilia Manzato, Fiorenza Marchiol, Umberto Nizzoli, Luigi Oliva, Eleonora Poggiogalle, Graziella Raiteri, Giulietta Tarrini, Laura Tieghi, Chiara Zanetti e Angela Zannini, ha realizzato un testo che segna un nuovo livello di sviluppo delle conoscenze mediche.
Leggi tutto: Melchionda N (2014), Food Addiction, Mucchi ed.

Non tanto tempo fa con l’aiuto di un giovane e valente studente, Agostino Giovannini (“Fenomeno Pro Ana: Ricerca E Risultati Ausl“), scoprii il fenomeno “Pro-Ana”: un movimento sul web che inneggia alla magrezza e combatte ogni cedimento al grasso. Lanciammo l’allarme e molti media ne parlarono rendendo più consapevoli adulti e genitori spesso ignari. Il pubblico italiano scoprì l’esistenza di un mondo sommerso inneggiante alla magrezza; si erano dati (hanno) un vero e proprio credo. Con una specie di preghiera:
“… Credo che fino a quando sarò grassa resterò l’essere più disgustoso e inutile a questo mondo e non meriterò il tempo e l’attenzione di nessuno. Credo negli sforzi, nei doveri e nelle autoimposizioni come assolute ed infrangibili leggi per determinare il mio comportamento quotidiano. Credo nella PERFEZIONE, mia unica meta verso la quale rivolgere tutti i miei sforzi. Credo nella bilancia come unico indicatore di successi e fallimenti …….”.
Leggi tutto: Thigh-Gap, l’ossessione per il varco tra le cosce
A corollario dell’articolo a mia firma, già apparso sull’ossessione per il varco tra le cosce, desidero segnalare un comportamento a mio modo di vedere ridicolo dei politici. Non oso dire della politica, tout-court perché la ritengo più nobile e sensata.
Da un’intervista che mi fa una giornalista dell’Espresso, pochi giorni fa, apprendo che il Parlamento ha in animo di varare una legge per punire chi gestisce i siti online pro-ana. Sono quei siti di cui scrivevo ieri e che furono messi in luce da una ricerca che feci con il valente ricercatore Agostino Giovannini (http://proanorexiaresearch.blogspot.it/) . Fu infatti così che furono “scoperti” in Italia i siti pro-ana, luoghi di raccolta dell’idolatria della magrezza. Era il 2004.
Da qualche tempo vi è grande attenzione ai temi dell’obesità, specie quella dei bambini. Molti interventi hanno l’obiettivo di sensibilizzare i genitori e di attivare le scuole per ridurne la diffusione. D’altronde l’obesità è un problema enorme per gli individui che ne sono affetti ma, forse soprattutto, per la collettività.
Eppure mai niente è semplice e, riferendosi alla condizione umana, quasi sempre esistono contraddizioni. Ed è così anche relativamente rispetto ad iniziative meritorie come quelle di prevenzione dell’obesità infantile. Comprendere le contraddizioni è fondamentale per tutti coloro, pediatri piuttosto che insegnanti e genitori, che si stanno impegnando per contenere la pandemia di obesità che sta colpendo i paesi del vecchio e del nuovo mondo. A proposito ricorda che paesi come il Messico hanno un tasso di obesi come nessun altro e che in Cina ormai vi sono più obesi che negli Stati Uniti.
Leggi tutto: Prevenire l’obesità infantile può generare problemi di eccessivo esercizio fisico
Dopo anni di fast-food e cibo-spazzatura sgranocchiato nelle orecchie degli altri spettatori di un cinema o di un teatro, l’aria sta decisamente cambiando. Uno studio recente ha messo in chiaro il problema del peso nei prossimi anni. Al solito lo studio è avvenuto negli Stati Uniti, su questo ormai abbiamo speso un sacco di parole per dire che ci vuole pazienza: loro i dati li hanno, noi non abbiamo vera ricerca e quando qualcuno parla di cose italiane, è sempre riferito a un modesto teatro di una scuola, di un gruppo sociale o di una piccola città. Pazienza. Ora è chiaro che il problema del peso si sta dimostrando un danno per l’economia molto più pesante di quanto si pensasse.