Il peso di un candidato politico influisce sulla sua credibilità e sul suo valore? E più in generale il peso di una persona è da considerarsi nel giudizio globale che si dà di questa persona?
La risposta purtroppo sembra essere si; se la persona in questione è in una condizione di obesità la sua candidatura è a rischio. Se non ha ambizioni politiche è comunque a rischio il suo lavoro e il suo ruolo nel mondo del lavoro.
È di pochi giorni fa la notizia dell’uscita di scena, dalla candidatura a sindaco di Milano, di Patrizia Bedori.
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La fonte è così importante che si impone da sé, ed il tema è di quelli sensibili. Mi ci getto a spron battuto. Ed è di questi ultimi giorni, quindi è davvero “à la page”.
L’obiettivo cui mira è più che ambizioso già dal sotto titolo: le sette strategie per porre fine alla violenza ai bambini. La violenza ai bambini è radicata nei secoli e si sviluppa con mezzi e metodi a volte arcaici altre volte modernissimi. La violenza ai bambini rappresenta una minaccia gravissima al benessere individuale ed alle prospettive di crescita di una intera comunità.
Nel condominio e nel quartiere di Napoli dove molti sapevano delle pratiche violente del bruto finito agli “onori” della cronaca recentemente non vivevano male solo i bambini brutalizzati ma anche gli adulti che, impauriti, tacevano.
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La materia è dubbia, pochi ancora i dati di ricerca: perciò sono controversi, ma se si fa come spesso accade che si osservano i primi risultati, come avere dubbi?
L’esplosione dell’uso dei videogiochi è recente: non trovo più genitori che non mi dicano che i loro figli hanno la Playstation o la Wi. Ricordo i primi che una trentina di anni fa lo raccontavano, allora era un elemento distintivo oggi è una banalità.
Le prime ricerche sorte una ventina di anni fa miravano soprattutto a dimostrare che giocare coi video non creava dipendenza. Tra di loro ha fatto un po’ specie uno psicologo, Douglas Gentile, che ha recentemente ammesso che allora si sbagliava proprio.