Han Kang, La vegetariana, Adelphi, 2016 

Un libro folgorante, straordinariamente intenso che entra

nell'intimo, nelle viscere delle persone e costruisce un tragitto nel quale la mutazione della ragazza insignificante e comune nella assoluta banalità diventa una persona straordinaria che in modo patologico interpreta la relazione col mondo in maniera radicale e delirante quando scopre che gli alberi non stanno a testa in su ma hanno la testa giù, nelle radici e comincia col rifiutare il cibo nell'incomprensione generale. Contrariamente alle abitudini, opponendosi all'autorità, alle tradizioni, alla volontà dei genitori, subendo denigrazione e persecuzioni, maltrattamenti fin anche fisici da parte del padre fin quando diventa una figura maestosa, isolata dalla realtà, ormai incomprensibile a chi la circonda perché immersa in quell’universo del pensiero che l'essere parte passiva/attiva della natura senza più desideri, senza più resistenze, con la partecipazione immediata senza il bisogno della mediazione della parola, della riflessione. Come in un flusso che unifica l'individuo e l'universo, il presente e la storia.

Un libro che non può non essere letto da chi si occupa dei disturbi dell'alimentazione perchè aiuta a comprendere pensieri che possono annidarsi nelle pazienti; pensieri che diventano difficili da decifrare, oltre che inutili da dichiarare da parte delle persone che vivono in un “altrove”, in una alterità senza possibilità di comunicazione col mondo comune .

Una lettura che va fatta da parte di tutti gli educatori, di tutti i genitori in modo da potersi rendere conto di quali profondi terribili pensieri e azioni siano capaci le persone, i figli, gli studenti, che nutrono un rifiuto della normalità storicamente determinata e sognano una identificazione con l'assoluto. Un assoluto che fluisce nella natura, che è la natura, il tutto di cui si è espressione. Nel paradosso che la perdita dei confini avvenga nella distanza abissale dal mondo storicamente determinatosi.

Un libro a suo modo sconvolgente; non può esser letto rimanendo Identici a come si era prima di iniziarne la lettura. Un libro difficile che sarebbe bene, per chi è vulnerabile, leggere accompagnati e supportati. Potrebbe diventare strumento di lettura condivisa nei gruppi di lettura per la prevenzione, ma perché no?, anche per la cura, per l'accoglienza e la valutazione delle persone affette da disturbi dell'alimentazione.