Anni fa, erano gli ultimi anni dei '90, assieme all'amico Sergio Cassella, costruii un sistema multidisciplinare di intervento nella Ausl di Reggio per la prevenzione, l'intercettazione e la cura delle situazioni di abuso ai minori.
Prima o poi ne parlerò se non altro per mettere a disposizione i materiuali progettuali. conoscerli, anche eventualmente per criticarli, potrebbe essere utile.
Questa riflessione ha quelle radici e si nutre delle conoscenze progressivamente acquisite.
Cosa succede ai bambini che assistono alla violenza domestica?
Nelle storie di cronaca nera di violenza domestica fino alla efferatezza del femminicidio si trascura cosa accade nella mente di un bambino che vi assiste.
Assistere a scene di violenza fa parte a pieno titolo dei casi di abuso e maltrattamento dell'infanzia.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato pochi anni fa il piano strategico basato su evidenze scientifiche per contrastare ogni forma di violenza e abuso all'infanzia essendo queste i fattori principali della formazione e del mantenimento di disturbi mentali ed emotivi della popolazione generale.
Evidenze scientifiche dimostrano che il cervello dei bambini piccoli esposti a situazione di violenza possono risultare danneggiati. Danni che possono riguardare il sistema endocrino, la circolazione, l'apparato muscolo scheletrico, l'apparato riproduttivo quello respiratorio e anche il sistema immunitario; per cui questi bambini saranno più vulnerabili per il resto della vita.
E’ nota l'importanza di avere relazioni sane per tutta la vita; poter usufruire di rapporti amicali solidali è un fattore protettivo in ogni circostanza esistenziale, ma della prima infanzia essi sono fondamentali.
Questo dovrebbero offrire tutti i buoni genitori e i bravi educatori.
Ma cos'è la violenza domestica? è una forma di maltrattamento volto a controllare e a dominare un partner; di solito è la donna la persona che subisce. Violenza domestica sono aggressioni verbali, psicologiche, fisiche, sessuali o economiche.
I bambini possono assistere alla violenza domestica; possono sperimentarla perché sono presenti fisicamente quando un genitore ferisce, maltratta o uccide l'altro genitore o quando sentono un genitore minacciare umiliare l'altro o quando invece sono di fianco al genitore che ha subito ed è impaurito, arrabbiato, traumatizzato o anche solo semplicemente triste Questo appesantisce lo stato emotivo del bambino.
I bambini sono testimoni silenziosi della violenza fisica o psicologica agita da un genitore sull'altro anche se non sono direttamente abusati; anche se come molti genitori mi hanno detto: noi abbiamo sempre avuto cura che i nostri figli non fossero presente. Ma loro seguivano ansiosissimamente col cuore in gole, da uno spiraglio, da un suono, da un passo che interpretavano e ne provavano tensione mentre la paura sopravveniva.
Oggi si sa che l'abuso fisico, con le paure mosse dalla violenza assistita, è un precursore sfavorevole per tutti i disturbi di aria depressiva che si manifesteranno poi in età adolescenziale e adulta.
Oggi si sa che i traumi al maltrattamento possono avere un grave impatto sui bambini anche se molto piccoli.
La violenza assistita viene tenuta come segreto familiare in quanto è molto difficile comunicarla: appesantisce l'animo e diventa un segreto che conoscono tutti i componenti della famiglia ma che è taciuto a chi è fuori per vergogna e paura.
Ovviamente non esiste un solo tipo di violenza assistita, Ve ne sono diverse forme, alcune molto dirompenti altre prolungate per un lungo periodo.
I bambini esposti a violenza domestica possono reagire In modi differenti, tipo cercare delle proprie strategie per affrontare le avversità dell'ambiente e come gestire l'ansia; ma possono manifestarsi tanti problemi a casa, a scuola, nelle relazioni interpersonali, nello sviluppo delle condizioni psichiche ed emotive. Possono diventare più attaccati fisicamente al loro adulto di riferimento perché vivono la paura dell’abbandono e provano paura, rabbia e tristezza. Possono avere difficoltà all'addormentamento o difficoltà del sonno; manifestare aggressività e oppositività o essere apatici e spossati.
Le reazioni dipendono da numerosi fattori come la gravità o la frequenza della violenza, dall'età del bambino.
La violenza assistita attiva il circuito cerebrale della paura sollecitando una regione del cervello, il talamo che bersaglia l'amigdala, la ghiandola delle emozioni. La paura è un'emozione; in quanto tale richiederebbe che il soggetto potesse parlarne, ma ai bambini molto piccoli è impossibile: non hanno ancora il linguaggio. Allora la paura rimane impressa nel loro vibrazioni nervose e cerebrali.
Nelle età molto piccole si attiva il circuito difensivo della sopravvivenza, come hanno chiarito le neuroscienze, con le modalità di risposte più frequenti, cioè la fuga o l'immobilità difensiva fissa fino alla paralisi.
È molto curioso che da un punto di vista evolutivo la paura sia uno strumento utile perché aiuta l'adattamento e facilita l'apprendimento di nuove risposte; ma quando è molto intensa dà vita a fobie e a altri vissuti che diventano devastanti. Senza considerare che le forti paure innescano risposte vagali di svenimento, nausea, tremori, sudorazione.
Assistere ripetutamente a situazioni di violenza se poi non li si aiuta a rielaborarle con l'aiuto di un adulto esperto amorevole competente, può creare un disagio diffuso che si esprime con diverse modalità patologiche.
Ho assistito più volte minori che hanno subito un danneggiamento alle loro competenze cognitive e non solo ritardi dello sviluppo o peggioramento dell'apprendimento scolastico.
Insomma le grandi paure colpiscono tutti gli apparati e possono ripercuotersi in ogni circostanza di vita. Questi bambini percepiscono il mondo come insicuro e minaccioso, un pessimo modo per ambientarsi bene.
Buona parte dei bambini esposti a violenza domestica potrebbe recuperare e addirittura guarire da questa esperienza; ma hanno bisogno di un rapporto amorevole di cura protettivo è sicuro.