Trovo tante affinità fra il lavoro clinico, il nostro, e le parole usate da due eminenti Predicatori Domenicani per descrivere la fertilità, i rischi e le problematicità dell’incontro con l’altro. Il paziente,
il fedele, l’amico.
Per trovare quella parola feconda dobbiamo fare un salto immaginativo in ciò che l'altro è, in ciò che ama e ciò che teme, ciò che sopporta e che apprezza; nelle parole che sono le colonnine portanti della sua vita.
Riesco immaginare perché per questa persona ama la messa tridentina o quella preferisce il suono della chitarra durante la celebrazione?
Perché uno desidera fortemente l'ordinazione delle donne, mentre un altro non ne vuole nemmeno sentire parlare?
Perché questo adolescente imbronciato è smarrito, incerto su chi è?
O perché un mio fratello è depresso?
Il semplice fatto di stare con loro, di rimanere in loro presenza, di vedere i loro volti, di incrociare i loro sguardi e di sentire il loro respiro, può sbloccare la mia immaginazione perché siamo esseri fisici e non mi menti incorporee.
In molti casi possiamo avere difficoltà nel trovare la parola giusta.
Qualsiasi cosa diciamo potrebbe scatenare l'antagonista e provocare l'altro a dire che non capisci affatto.
Ogni dialogo è delicato.
da: Timothy Radcliffe e Lukasz Popko , Domande di Dio, domande a Dio. In dialogo con la Bibbia,, libreria editrice Vaticana, 2023