STEERING GROUP
Reggio Emilia, 04/04/2008
Lo Steering Group locale Encare si è costituito con l’obiettivo di trasferire e adattare al nostro territorio le suggestioni e le iniziative provenienti da tre importanti progetti internazionali: Chalvi, Tavim e Chapap’s, tutti finanziati dalla Commissione Europea attraverso il programma Daphne i primi due e SANCO il terzo, dei quali l’Ausl di Reggio Emilia è partner.
Il progetto Chalvi (Family violence and substance misure with special attentino to a child’s perspective) ha come obiettivo principale la promozione del benessere infantile e la diffusione di una cultura basata sul rispetto del bambino e della donna. Il progetto è coordinato a livello internazionale da Teuvo Peltoniemi, della A-Clinic Foundation di Helsinki, l’organizzazione leader in Finlandia per il trattamento delle dipendenze patologiche e da diversi anni impegnata anche su prevenzione e ricerca; il Prof. Umberto Nizzoli del Programma Aziendale Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’ Ausl di Reggio Emilia ne coordina il sottoprogetto “Valutazione e imapatto”.
Il progetto Tavim (Help for Men with Alcohol and Violence Problems) si propone invece di costruire e implementare un programma di trattamento psicologico specifico per uomini che mettono in atto ripetutamente comportamenti violenti nei confronti delle proprie compagne e/o figli e che presentano in concomitanza problemi legati al consumo/abuso/dipendenza da sostanze psicoattive con particolare riferimento ad alcol e cocaina.
Gli uomini violenti sotto l’effetto di alcol rappresentano non soltanto un esteso sottogruppo di perpetratoti di violenza domestica, ma le violenze commesse da loro sono di solito anche più severe (Breclin 2002; Graham 2004).
Il progetto è coordinato da Michael Klein, dell’Istituo di Scienza Applicata dell’Università Cattolica di Colonia.
Sempre l’Università Cattolica di Colonia coordina il progetto ChaPaPs (Reducing harm and building capacities for children affected by parental alcohol problems in Europe), il quale approfondisce lo studio sull’impatto delle problematiche alcolcorrelate sulla salute psicofisica dei minori, sui costi sociali ed economici ed ha inoltre l’obiettivo di costruire Buone Pratiche a livello Europeo che possano essere utili strumenti anche per le politiche nazionali.
Nonostante gli obiettivi specifici dei progetti vengano raggiunti attraverso azioni mirate, è innegabile che la violenza correlata alle sostanze sia un tema complesso, difficile da gestire e trasversale a differenti servizi: dipendenze patologiche, psichiatria, servizi sociali per minori e per famiglie, pediatrie e medicina generale, con tutto il sistema di rete ad essi collegato.
L’auspicio è che questo tavolo di lavoro acquisti una propria identità e si costituisca in modo permanente come raccordo nel sistema rete locale, integrandosi eventualmente con altre esperienze e altri tavoli già attivi sul territorio.
Al di là dei rispettivi obiettivi specifici, i tavoli di lavoro hanno anche obiettivi generali comuni:
– protezione dei bambini, del loro diritto a vivere in ambienti idonei e sani, sentirsi sicuri, protetti e ascoltati;
– sensibilizzazione sul tema dei diversi stakeholders, ognuno in modo specifico e adeguato: dai decisori politici, alle amministrazioni locali, ai dirigenti di servizio, ai loro professionisti, al personale della scuola, ai MMG ed ai PdLS;
– sostegno e valorizzazione del lavoro degli operatori;
– potenziamento delle risorse e della capacità di intercettazione della rete.
I progetti prevedono l’attivazione delle agenzie operanti nei territori che vanno a incontrare.
Anche a Reggio Emilia si è creato un gruppo di coordinamento che riunisce i principali portatori di interesse e promuove la sinergia e l’integrazione tra l’area delle dipendenze patologiche e quella della prevenzione/ assistenza/ trattamento dell’abuso e della violenza domestica verso le donne e i bambini.
La realtà reggiana è favorita dalla presenza attiva del Team esperto nella Prevenzione e nella Cura delle situazioni di Abuso ai minori.
Sono stati promossi diversi momenti formativi sul tema della violenza domestica, dell’abuso ai minori, della correlazione violenza/abuso di sostanze, rivolti sia agli operatori che ai cittadini, per cercare di favorire la sensibilizzazione e la costruzione di un linguaggio comune.
L’obiettivo centrale del lavoro di networking è creare una rete efficace negli interventi ed efficiente, ovvero in grado di utilizzare nel miglior modo possibile le risorse presenti sul territorio: il tema della protezione dell’infanzia in generale, e quella dei bambini che vivono in ambienti a rischio (genitori violenti e consumatori di droghe legali o illegali) in particolare, non è un tema “specialistico” ma che interessa l’intera comunità.
Uno dei compiti cruciali del sistema rete è dunque esportare la cultura del benessere e della cura dall’ambito sociosanitario a quello comunitario: le Amministrazioni e i Politici devono essere ingaggiati e coinvolti in modo più deciso, poiché una comunità coesa e produttiva è una comunità che protegge i bambini e li cresce in modo sufficientemente adeguato.
E’ stato stilato un documento, “LA CARTA DI REGGIO EMILIA” che tenie conto della Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, con particolare riferimento agli Art. 19, 33 e 34.
In questo documento si sottolinea l’importanza di:
1. collaborazione tra istituzioni pubbliche e del privato sociale, magistratura, forze dell’ordine, associazioni, servizi sociali, servizi sanitari, servizi di prossimità, strutture ospedaliere, medici e pediatri di famiglia, servizi per le dipendenze patologiche, servizi di salute mentale e di neuropsichiatria infantile;
2. creazione di specifici tavoli di coordinamento e di monitoraggio del fenomeno che definiscono gli obiettivi generali e specifici nonché le linee di indirizzo nazionali, regionali, provinciali e distrettuali;
3. costruzione di team specialistiche multidisciplinari che permettano di affrontare le situazioni di abuso intrafamiliare in modo tempestivo e a 360°, con l’impegno di risorse e competenze provenienti dalle diverse discipline;
4. formazione congiunta e aggiornamento continuo;
5. diffusione di una cultura basata sull’ empowerment individuale e di comunità, sullo sviluppo di fattori di resilienza, sulla sensibilizzazione della popolazione e dell’opinione pubblica;
6. sviluppo della ricerca scientifica, allo scopo di raccogliere dati, monitorare il fenomeno, valutare l’impatto degli interventi, individuare le nuove aree di bisogno e trovare nuove strategie di fronteggiamento;
7. sensibilizzazione degli Amministratori e dei decisori politici allo scopo di promuovere una legislazione che maggiormente tuteli e protegga il bambino e la donna anche nell’ambiente familiare.
Una vasta mole di ricerche scientifiche e di letteratura internazionale evidenzia che la violenza intrafamiliare subita o assistita dai minori può produrre danni allo sviluppo psicofisico del minore, sia a breve che a lungo termine tale da costituire un fattore di rischio evolutivo.
E’ necessario prendere atto che il fenomeno della violenza intrafamiliare, correlato al consumo di sostanze esiste ed è ampiamente diffuso.
Ad esempio ricerche Internazionali evidenziano che il 50% degli uomini con problemi alcol correlati è violento verso la partner, il 70% delle donne con problemi alcol correlati dichiara di aver subito violenza domestica (Chase et al. 2003;Down set. Al. 1998; Schumacher et al. 2003).
Cosa è possibile fare per contrastare questo fenomeno?
Si ritiene prioritario dare corso ad una forte presenza di attività di SENSIBILIZZAZIONE e di FORMAZIONE, rivolta agli operatori di tutti i Servizi Sociali, Sanitari, MMG e PdLS e di Prossimità.
Il processo di coinvolgimento e sensibilizzazione delle comunità locali non avviene in un’unica direzione, ma può utilizzare diversi canali, anche contemporaneamente:
– portando i progetti Encare e il temi alcol/violenza/genitorialità nei diversi Piani di Zona, preferibilmente attraverso il coordinamento provinciale, grazie all’attivazione dei singoli membri dello Steering;
– informando le autorità tramite l’elaborazione di documenti, report, manifesti; attraverso iniziative pubbliche come serate a tema, incontri con gli esperti e i politici;
– coinvolgendo i media, in particolare i quotidiani locali, ma anche le rivista specializzate.
Le diverse iniziative dovrebbero coinvolgere non solo il Comune di Reggio Emilia, ma anche gli altri territori della provincia: il sistema rete si pone così come interfaccia tra la struttura politico – amministrativa ed i cittadini, facendosi portavoce dei bisogni e delle necessità della popolazione più silenziosa.
E’ necessario intercettare il più precocemente possibile il fenomeno della violenza intrafamiliare verso i bambini e le donne in particolare quando di interseca con il consumo di alcol, cocaina e altre sostanze psicoattive.
Una volta intercettato il problema, è necessario affrontarlo in un maniera appropriata.
La percentuale maggiore di invio proviene dalla scuola o da un familiare, solitamente la madre, oppure è il Tribunale.
Si è notato che i MMG non sono abbastanza sensibilizzati rispetto al tema della violenza in famiglia alcol-correlata, quando invece potrebbero ricoprire un ruolo molto importante nella individuazione precoce dei bevitori a rischio. I PdLS invece sono ben più sensibilizzati anche se in modo ancora non completamente soddisfacente.
Avanzamento lavori
Sito web.
Come partner del progetto Chalvi aventi una lingua differente, abbiamo riflettuto su alcuni aspetti di praticabilità e usabilità del sito in lingua inglese www.encare.info che è stato recentemente aggiornato:
– quali sono i possibili utilizzi di un sito in lingua inglese da parte degli operatori?
– quali sono i contenuti utili e agibili che si vorrebbero trovare?
Raccogliendo i suggerimenti e i feedback dei membri dello steering, si è giunti alla conclusione che il sito in lingua inglese deve essere pensato come strumento per l’aggiornamento continuo. A questo proposito, può essere utile ritrovare nel sito le seguenti informazioni:
– dati epidemiologici relativi ai fenomeni di abuso/maltrattamento ai minori nelle sue diverse forme; correlazione con il consumo di sostanze psicoattive.
– descrizione breve dei fenomeni
– buone pratiche
– elenco dei link utili, suddivisi per nazione o per lingua
– decalogo di consultazione rapida o FAQ (Frequently Asked Questions) delle azioni da compiere/evitare in casi di emergenza: utile soprattutto per i professionisti meno formati e meno esperti nella gestione diretta dei casi clinici.
Si è inoltre sottolineata l’utilità di una pagina iniziale in italiano, con la descrizione dei contenuti del sito, che permetta una ricerca rapida. Si pone il problema dei mezzi per farlo.
Formazione
Alla ormai lunga sequenza di iniziative, ultime delle quali sono stati i due Corsi per insegnanti (una di scuola elementare o media, l’altro dei nidi e delle materne) si aggiungono ora altri momenti. Si ricordano gli eventi formativi promossi all’interno dei progetti Encare:
– “Violenza in famiglia alcol correlata: fenomenologia e interventi.” che si svolgerà presso la Sala Galloni il 30 maggio 2008.
– “La cura del perpetratore di violenza domestica”, che si svolgerà presso la Sala Galloni il 24 giugno 2008.
Durante la giornata formativa verrà presentato il modello clinico Tavim.
Ad esse si aggiunge la giornata del 5 maggio col seminario sulla Violenza domestica: i cambiamenti della fenomenologia, sempre presso la sala Galloni.
(Questo documento è redatto col contributo di Barozzi Roberta e di Katia Quintino)