Da molto tempo trovo straordinario il quadro di Vermeer Due gentiluomini e una ragazza con un bicchiere di vino, Girl with a glass, esposto a Braunschweik in Germania.

Per me in molto occasioni è stato come uno stemma di ispirazione introduttiva ai temi che ho via via trattato nel corso di questi ultimi 15 anni.

Vi ci vedo una straordinaria complessità che raffigura una scena di quotidianità discreta che avviene all'interno di

 

 

Da molto tempo trovo straordinario il quadro di Vermeer Due gentiluomini e una ragazza con un bicchiere di vino, Girl with a glass, esposto a Braunschweik in Germania. 

Per me in molto occasioni è stato come uno stemma di ispirazione introduttiva ai temi che ho via via trattato nel corso di questi ultimi 15 anni. 

Vi ci vedo una straordinaria complessità che raffigura una scena di quotidianità discreta che avviene all'interno di una casa borghese senza particolari eccessi espressivi. 

La storia che racconta la potremmo dire banale, una quotidianità senza eroismi, avvenimenti cruenti o violenti, in qualche modo storici. 

La scena è dominata dalla ragazza col bicchiere di vino in mano affiancata da un corteggiatore.   

Vediamola più da vicino . 

Il corteggiatore è di strato sociale evidentemente piuttosto benestante per la qualità del panneggio dei suoi abiti; è da poco entrato nella stanza. Porta ancora il mantello, ha una buona educazione che si vede sia dall’inchino sia dal gesto delicato con cui accompagna la mano della ragazza sotto al bicchiere. Lo sguardo è rivolto di sottecchi alla ragazza, la scruta e la desidera, in modo compiacente. Le sta facendo apertamente un inchino che è al contempo forma di rispetto e un invito, su coraggio bevi un po’ con calma, sembra dirle. . 

La ragazza tiene nelle mani come un trofeo il bicchiere di vino riempito a metà. 

Potrebbe essere quella la quantità del vino versato, potrebbe essere che avesse già precedentemente bevuto. Chi lo ha versato? Lei stessa o lui poco prima di porgerglielo? Lei veste con un panneggio straordinario una lunga veste di colore rosso infiammato che simboleggia la passione.  

Il suo sguardo si rivolge allo spettatore, a noi che guardiamo; e sorridente come se, imbarazzata, fosse stata sorpresa, ma il suo sguardo potrebbe anche essere di sottecchi, complice con l'osservatore, noi fuori dal quadro che partecipiamo guardando.  

Vedete che galante corteggiamento sto ricevendo?, forse ci chiede.  

Ma potrebbe anche essere uno sguardo imbarazzato di chi dice non crediate, al corteggiamento che sto ricevendo rifiuterò. 

Se rivolta al corteggiatore l'espressione della ragazza è sì di soddisfazione con un sorriso: lei accetta il corteggiamento ma non in maniera così aperta. Ha una parziale ritrosia perché ne è rallegrata ma nello stesso tempo schiva; quindi mantiene una certa distanza. È un corteggiamento amoroso galante ma non passionale come il colore splendido della veste avrebbe potuto lasciare intendere. E’ trattenuto . 

Nello stanza più sullo sfondo dietro il tavolo è seduto un altro uomo con una postura di forzato apparente e manifesto disinteresse. Costui non ha il mantello, quindi era in casa da più tempo. Forse è parte della vita domestica; non un domestico poiché dal tenore del vestire è del medesimo livello sociale dei due attori della scena amorosa. Fosse stato della servitù si sarebbe allontanato dalla scena. Invece vi permane. 

Col suo sguardo sembra parzialmente distratto, la scena dei due che gli rimane nel campo visivo ma il suo sguardo si dirige forzatamente, volutamente? Simbolicamente?, altrove. 

Egli pare non volere dare parecchia attenzione a quanto sta accadendo fra i due, che sarà mai?, un corteggiamento. 

Chi è costui e cosa ha intenzione di fare? 

Anche su questo aspetto si possono fare delle ipotesi. 

Costui è un personaggio di casa, cioè ha una familiarità con la ragazza, che so? un cugino, un fratello? o un estraneo ma di casa.  

Forse lui stesso aveva provato precedentemente a corteggiare la ragazza, ma quando è arrivato il nuovo corteggiatore, lui si è dovuto allontanare. O forse lui stesso ha anticipato l'arrivo del corteggiatore. Qualcuno ha ipotizzato che facesse la parte del facilitatore dell'incontro di coppia, un mediatore, il mezzano. Ma potrebbe anche rappresentare un'altra modalità del corteggiamento. Alle ragazze che hanno questa passionalità contenuta c'è chi esprime in maniera aperta il desiderio, come fa il primo cavaliere con l'inchino, c'è chi, fintamente, cerca di stimolare l'interesse della ragazza dimostrandole un fittizio disinteresse.  

Costui comunque partecipa alla scena e la registra, la ricorderà. 

Potrebbe essere un consigliere, un antefatto riportato alla metà del Seicento dell'ascoltatore della sessione di psicoterapia che ascolta i turbamenti malcelati di una ragazza incerta se accettare il corteggiamento, cioè farsi travolgere dalle passioni, o trattenerle, dissimularle, inibirle. . 

La straordinaria ambivalenza del quadro è accentuata dal fatto che nel quadro appoggiato sul muro di fondo vi è un quadro severo, scuro posizionato più in alto che assume palesemente una funzione morale. 

Vi è raffigurato un uomo. Chi è costui? il padrone di casa, cioè in qualche modo un ascendente della ragazza? il padre, il nonno della ragazza? Uno che detiene le redini della tradizione. O è il marito della ragazza, come alcuni hanno ipotizzato?

In tutti i casi è una figura possente ma assente che però è presente nella memoria; è presente nei valori che desidera affermare all'interno di questa casa che dovrebbe essere sobria e morigerata. 

Infatti la finestra che appare in questo meraviglioso dipinto ha una splendida vetrata con uno stemma e un disegno che rappresenta la Temperanza cui si abbina nella emblematica lettura degli inizi del ‘600 (1613) un motto: “il cuore non sa osservare la moderazione e si devono mettere le redini ai sentimenti quando l'animo è trascinato dal desiderio”.  

Dunque questa casa è dedita alle virtù.  

Il disegno della vetrata ci offre una chiave di lettura di quanto sta accadendo: è esattamente, in questa scena della quotidianità, quanto accade nell'animo della ragazza combattuta fra il dovere seguire, sottostare o comunque accettare le regole della Temperanza e i valori di quella famiglia, la sua famiglia, rappresentati in maniera vigorosa dal quadro dell'uomo sullo sfondo, o lasciarsi andare alla stimolazione del corteggiatore. 

Tutti costoro si muovono attorno al bicchiere di vino, all'alcol e alla sua combinazione con le situazioni di festa e di eccitazione. Ma qui potrebbe essere interpretato a sé, come strumento utilizzato dalla ragazza per colmare il vuoto che le ha lasciato l'assenza della figura del padre o del marito presenti solo nel simulacro del quadro. 

L'alcol come un modulatore di una condizione deprivata e di stampo depressivo ma lo stesso alcol si cala all'interno della scena fra lei e il suo corteggiatore come facilitatore della disinibizione e qui, un attimo prima del passaggio all'atto amoroso. 

Credo che sia evidente a tutti voi che mi leggete che questo quadro contiene in sé molti elementi ambigui ed esprime a un grado elevato l’ambivalenza e l'incertezza che accade nella condotta umana e nel pensiero umano di tutti i giorni teso fra il desiderio e l'inibizione formulata per seguire i principi e i valori di riferimento. 

Sembra un quadro che anticipa di secoli la lezione di Freud sul conflitto fra Super-io ed Eros. 

Facendo una traslazione si potrebbe dire che esso è anche un testo di neuroscienze che dimostra come il processo mentale avvenga attraverso progressivi riordini di ipotesi che si sono determinate a seguito degli stimoli ricevuti: un percorso tra le ambivalenze.  

Oppure facendo un altro tipo di traslazione si potrebbe desumere che questo quadro racconta come la vita sia sempre un equilibrio in un bilico fra spinte opposte che può risolversi nello squilibrio che apre storie successive di necessità di riadattamenti.  

Chi esclude che quel tale uomo seduto dietro la scrivania apparentemente distante si trasformi in psicoterapeuta? Egli è presente ma tiene la “giusta” distanza senza emettere posizioni giudicanti.  

ll racconto può continuare. 

Chi ha versato il vino? lo aveva fatto la ragazza stessa già prima dell'arrivo del corteggiatore o è il corteggiatore che lo ha versato per facilitarsi il compito della seduzione? 

Sulla tavola una tovaglia bianca, immacolata, ma messo in malo modo. Stavano sparecchiando quando è arrivato il corteggiatore? Debbono ancora apparecchiare in segno di trascuratezza della gestione famigliare? La tovaglia è bianca virginale, ma la scena è trasgressiva. 

Le sedie disponibili sono solo due. Una è occupata dalla ragazza, l'altra è occupata dall'osservatore. Al corteggiatore non è riservato modo per sedersi, non c’è un posto a tavola; egli non era previsto. La sua apparizione è inattesa. Né nessuno si dà da fare per ospitarlo a lungo, la sua è una visita fugace. Se quindi la sua presenza è un tradimento, è di quelli repentini che non modificano l'andamento famigliare.  

Torniamo allora a chi guarda. Egli potrebbe essere lo stesso marito della giovane. Loro erano seduti a tavola, loro due: Appena finito di mangiare, anche qui la simbologia può ampliare la narrazione, stavano sparecchiando. La tovaglia bianchissima, ancor vergine, mai vi erano state infrazioni, adesso rimane scompigliata. 

E’ arrivato questo seduttore a introdurre l'erotismo passionale trasgressivo in una coppia morigerata seguace della Temperanza. E’ la prima trasgressione della ragazza, non a caso la finestra è aperta, lascia intendere che il rigore prima ben chiuso e controllato può evaporare, fuoriuscendo.  

Il marito a questo punto guarda ma non vuol vedere, vede senza accorgersi, forse è impotente di fronte alla forza della passione mobilitata dall'alcol. Quante sono le coppie unite che accettano la trasgressione del coniuge? 

Sembra palpabile un messaggio di educazione preventiva: anche le ragazze ben educate e conformiste, se bevono, possono tradire.