Sull’anoressia c’è una grande curiosità. A certuni spaventa ma a molti intriga capire come mai certe persone arrivino a diventare così magre facendosi così tanto male. Esplorare il male è un modo per comprendere ciò che accade agli umani. I libri su questo tema fioriscono ovunque: fanno bella mostra anche nei bookshop delle stazioni. Autrici, forti della loro esperienza, raccontano come diventarono anoressiche e come poterono uscirne. Mi è capitato per le mani uno di questi un po’ diverso dagli altri: è scritto dalla Osgood e vuole essere una messa in guardia del lettore.
Già dai titoli i libri delle ex anoressiche cercano di colpire. Naturalmente ogni libro che cerca di catturare l’attenzione del pubblico usa alcune enfasi e trasmette euforia per certi comportamenti dovuti alla dipendenza; deve risultare attraente almeno quando lo scrittore sta discutendo certi picchi maniacali o la dedizione diabolica con i suoi spasmi. Mi riprometto di portare il lettore dentro alla formazione di questi spasmi mentali, nel craving una prossima volta. Ma c’è una differenza: nessuno vuole essere un alcolizzato, nessuno vuole diventare un giorno un partecipante alle riunioni dei vari (Alcolisti, Narcotici, Obesi, Gambler, ecc ecc) Anonimi. Invece le anoressiche traggono piacere dalla vertigine della malattia. Anche quando vorrebbero tenere lontane dalla malattia il pubblico. Osgood ha chiamato il suo libro, come sparire. Una terrificante traccia per desiderosi del mistero.
Nel numero dell’ultima settimana di novembre del Giornale dei medici americani, il JAMA, è apparso un intrigante articolo a firma di Harris sulle sante anoressiche.
L’argomento è discusso da tempo ma l’autorevolezza della fonte ne fa un piatto prelibato, scusate l’uso dell’immagine retorica: un piatto e per giunta prelibato in tema di anoressia, praticamente una bestemmia.
I molti che ne parlano con troppa semplicità catalogano tra le anoressiche tutte quelle che, digiunando, diventano spettralmente magre. Molte sante finiscono così per i loro digiuni ed i loro stenti con l’essere considerate anoressiche. Come se la via della santità avesse una carreggiata facilitata dall’anoressia.